Aprile 26, 2024


A distanza di un mese, sono numerose le attestazioni di gradimento per il convegno su “Diritto al Lavoro e Dignità”, organizzato presso Ecoross, dal Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano, in collaborazione con la Fondazione Mortati e L’Arcidiocesi di Rossano-Cariati.

In quell’occasione è stato letto qualche rigo dell’intervento giunto dalla Dott.ssa Yole Sposato, già consigliere comunale di Corigliano Calabro, che non ha potuto partecipare fisicamente in quanto nelle ore di travaglio che da lì a qualche ora hanno dato alla luce la secondogenita.
Si ringrazia la dottoressa Sposato, da sempre vicina attivamente ad alcune tematiche particolarmente importanti per la nostra associazione, come quella dell’eguale parità di trattamento salariale tra uomo e donna in ambito lavorativo, fino a tutte quelle misure di supporto alla maternità e alla paternità, al fine di favorire il naturale sviluppo della famiglia e del dono prezioso della vita!
«La mia memoria corre qualche anno addietro, quando, da consigliere comunale, ho partecipato ad uno dei primi incontri pubblici organizzati proprio da Ecoross, che ringrazio per l’ospitalità in questa meravigliosa struttura che ho avuto più volte il piacere di visitare.
All’epoca si discuteva di differenziare la raccolta per una cura del Creato e ricordo che i ragazzi della scuola secondaria che parteciparono vinsero la giornata proponendo il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.
Allora pare quasi scontato riflettere su come “tutto torna” e di come alcuni temi siano sempre attuali e ci impongono una profonda riflessione, sia sul piano etico ed antropologico che politico e culturale.
Un aspetto su cui mi è stato richiesto di soffermarmi in modo particolare è la disuguaglianza retributiva di genere.
Su tale argomento ci sono fiumi di ricerche e di dati da parte degli economisti che accentuano come l’Italia rispetto agli paesi Membri sia indietro e presenti un divario notevole negli impieghi tra uomo e donna. Ovviamente i fattori che incidono su tale diversità sono vari, come ad esempio il livello occupazionale in determinati settori della componente femminile ben diverso rispetto all’impiego maschile a seconda che i ruoli siano più competitivi o apicali. Ma per analizzare tutte queste differenze e questi elementi che incidono sull’andamento dei dati economici possiamo fare ricerca per aver ben chiaro il quadro della situazione.
Ciò su cui voglio soffermarmi in particolar modo è la riflessione etica che deve scuotere le nostre coscienze, anche quando ci ritroviamo ai tavoli decisionali e che le nostre scelte influenzano il percorso altrui.
In Italia uomo e donna a parità di impiego percepiscono due livelli salariali differenti.
Allora mi chiedo, ma per costruire in modo completo la società non c’è per caso bisogno di uomo e donna allo stesso modo?
Non sono mai stata delle correnti fortemente femministe perché reputo che raggiungere determinati traguardi non debba essere una prevaricazione sull’altro sesso come a volte potrebbe sembrare, ma un uguaglianza fondata sul rispetto reciproco perché siamo simili, con caratteristiche biologiche diverse.
Il trattamento disuguale pone in condizioni diverse uomo e donna, che influenza le proprie scelte decisionali e l’andamento della propria vita, privata e professionale.
Sembrerà strano, ma dover fare i conti con le proprie disponibilità economiche oggi più che nel passato, dove l’attenzione era rivolta ad elementi più essenziali e più importanti, risulta davvero difficile.
Da laica cristiana rifletto su quello che è il ruolo dell’uomo e della donna, da moglie, da madre.. se è vero che la prima forma di società risiede nella famiglia, perché il peso dell’andamento societario debba ricadere su un aspetto puramente economico?
Oggi, assente fisicamente perché in attesa di mettere al mondo una vita nuova, quale dono più grande di nostro Signore, rifletto su come una coppia possa essere all’esterno monito di importanza di pari livello.
Il valore numerico di uno ‘stipendio’ racchiude in sé un significato molto più grande. Non per far retorica, ma per porre l’attenzione su come in modo complementare uomo e donna collaborino alla realizzazione di un qualcosa di più grande. Molto spesso non ci rendiamo conto della responsabilità sociale che abbiamo.
Già se provassimo ad unire Il Cantico delle Creature con Il Cantico Dei Cantici troveremmo tra le più belle forme di uguaglianza e parità tra i due esseri perfetti che Dio ha creato. Anche solo analizzando un aspetto puramente naturale. Io donna mi completo perché ho di fianco un uomo che abbraccia e coinvolge il mio mondo. La stessa cosa dal lato opposto.
Superando i luoghi comuni e le necessità quotidiane che ci obbligano a fronteggiare l’avanzare della vita, ma davvero l’importanza ed il valore di ciascuno di noi può essere influenzato dalla corresponsione stipendiale a fine mese? Davvero uomo e donna devono essere guardati differentemente perché valutati economicamente in modo diverso? Io credo che come ella sia uscita dalla costola del compagno per camminarvi di fianco, questo ruolo abbia delle caratteristiche ben precise per entrambi.
Non posso soffermarmi solo agli aspetti normativi per ‘pesare’ quella che è la differenza tra uomo e donna nella società. Ciò significherebbe, che la stessa non riuscirebbe a progredire perché scoraggiati dal creare una famiglia, scoraggiati dal mettere al mondo dei figli (se pensiamo per quante coppie questo oggi risulti davvero difficile). Il deserto demografico di cui molto si parla negli ultimi anni è influenzato anche e soprattutto dall’aspetto di disparità nella retribuzione di genere.
Allora, se il lavoro nobilita l’uomo questo deve essere per entrambi i generi. Il lavoro che dà dignità alla persona deve essere osservato come elemento complementare in una coppia.
Se vogliamo far migliorare questo mondo, la società dobbiamo guardarci l’un l’altro come aiuto reciproco e reciproca collaborazione, senza prevaricazioni, senza competizione, ma con dedizione e amore.
Insieme riusciamo ad andare avanti perché insieme riusciamo a raggiungere obiettivi. Dove non arrivo io arrivi tu, dove non arrivi tu arrivo io.
La differenza numerica deve essere solo a livello anagrafico, nel peso, nell’altezza.
Chi decide per la collettività e che opera la più Alta forma di Carità deve riuscire a superare tale ‘arretratezza’ essendo consapevole delle proprie decisioni e non tralasciando l’impegno altrui, la passione e lo spirito di servizi che al pari, tra uomo e donna, vengono impiegati nell’impegno collettivo, esercitando la propria professione.
Alcuni risultati saranno difficili e lontani da raggiungere, perché conosciamo le debolezze di noi esseri umani, anche nel momento in cui si deve assumere una decisione, ma avere coraggio delle proprie scelte e fermezza è il primo passo per poter gettare ‘il sassolino in uno stagno.’».

Yole Sposato
Segreteria Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano