Molti credenti, anche nella nostra comunità che è in Corigliano Rossano, rivendicano le radici cristiane della nostra civiltà, in cui l’ordine era garantito dall’obbedienza e dalla sottomissione dei familiari al capo famiglia, dei sudditi ai governanti e dai fedeli alle autorità ecclesiastiche.
Costoro sono i nostalgici di un passato in cui le chiese erano piene di cristiani precettati e , in molti, si vorrebbe che si ritornasse a quei tempi in cui (si dice!) non c’era tanta delinquenza e si poteva lasciare la chiave sulla porta di casa, in un ordine sociale garantito dall’obbedienza al Capo indiscusso, inviato dalla Provvidenza, in risposta al bisogno atavico degli uomini di barattare la propria libertà , con la sottomissione al potente di turno sia in campo civile che religioso.
Obbedienza e sottomissione sono vocaboli assenti nel Messaggio di Gesù. Gesù, ” La Parola” non si rifà mai al passato, ma invita sempre ad osservare i frutti dell’Albero,( Mt.7,20). L’Albero che non produce frutti buoni è immagine di quanti non cambiano vita a contatto con il Vangelo e continuano ad essere complici dell’ingiustizia sociale.
Purtroppo ci sono radici di cui vergognarsi e occorre estirparle, liberando il terreno sassoso dai rovi che non hanno permesso lo sviluppo dell’Albero per poter ritornare a seminare la <
Gesù non invita i suoi ad occuparsi o a sostituire le strutture sulle quali si regge la società, ma di infiltrarsi da sale e da lievito, per dare sapore e rendere la società più attenta ai bisogni e alle sofferenze degli uomini.
Allora non saranno più gli attestati di ortodossia, come nel passato, a rivendicare la sacralità del Vangelo, ma è necessario che il credente diventi lui stesso ” buona notizia” per ogni persona che incontra.
I cristiani non si riconoscono da distintivi religiosi ostentati e ancora in auge in tanti movimenti ecclesiastici, ma solo dalla loro umanità, che, in Cristo Incarnato,si fa Tempo e Storia e li rende attuali, sensibili e solleciti alle necessità degli ” scarti” lungo le aiuole del mondo, per essere,oggi, con Dio e come Dio,” costruttori” della Civiltà dell’amore.
Corigliano Rossano ,03,12,2021. ( Franco Palmisano).