Aprile 26, 2024

Il 55enne coriglianese Fabio Vena era finito nei guai nel giugno del 2013 assieme all’imprenditore Domenico Ungaro e ad un’altra ventina di persone

A fine giugno del 2013, proprio nella sua qualità di direttore di banca, era finito sotto inchiesta nell’ambito d’una grossa indagine condotta dall’allora Procura di Rossano per poco guidata da Eugenio Facciolla e dalla Guardia di finanza su una maxifrode fiscale da oltre mezzo milione d’euro. Una ventina in tutto gl’indagati, tra quelli per i quali il giudice per le indagini preliminari dispose gli arresti e gli altri ai quali venne applicata la misura dell’obbligo di presentarsi quotidianamente in una caserma a firmare. E al direttore bancario toccò proprio questo, al tempo.

L’inchiesta, che era durata oltre due anni, aveva al centro un’associazione per delinquere finalizzata a mettere in piedi un colossale giro di fatture false, a creare artificiosamente crediti d’imposta in realtà inesistenti, ad evadere il fisco e a distruggere documenti contabili. Un gruppo criminale con base operativa proprio l’attuale città unica di Corigliano-Rossano. LEGGI ARTICOLO COMPLETO