L’allenatore del Milan, l’ex calciatore campione del mondo nativo di Corigliano Calabro Gennaro Ivan Gattuso detto “Rino” e soprannominato “Ringhio” costretto a rispondere per tre ore alle domande dei pubblici ministeri della Procura di Torino, nell’ambito d’una inchiesta su ipotesi di riciclaggio di denaro, con riflettori puntati pure su una società di cui Gattuso possedeva il 35 per cento delle quote. Si tratta dell’azienda d’un imprenditore di San Lorenzo del Vallo considerato vicino ad ambienti mafiosi, Pasquale Motta. Gattuso è comparso ieri mattina al cospetto dei pm Ruggero Crupi e Monica Abbatecola, i quali l’accusano di trasferimento fraudolento di valori

nell’ambito dell’inchiesta denominata “Perseo” che ruota proprio intorno alla figura di Motta, l’imprenditore suo conterraneo accusato di riciclaggio e considerato dagli stessi inquirenti vicino a sodalizi criminali di stampo mafioso. E per circa tre ore Gattuso ha respinto l’accusa, negando ogni tipo di coinvolgimento in episodi illeciti, chiarendo ai magistrati i suoi rapporti con Motta e la sua posizione nella società “Cascina Tre Olmi”: «Ho perso oltre 350 mila euro nella società da cui ho preferito uscire nel 2013 quando ho capito che c’erano soltanto debiti». LEGGI ARTICOLO COMPLETO

 

 

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