Il Coronavirus, evento inaspettato e tragico, quasi un terremoto, che ha mietuto tante vittime ed ha costretto ad un fermo di tutte le attività obbligando ad un cambiamento radicale del vivere quotidiano modificandolo sostanzialmente. Lo spauracchio del contagio e il conseguente “isolamento” è stato l’occasione per pensare e riflettere sull’importanza della vita e sul vivere di corsa rincorrendo il “nuovo” con un atteggiamento poco attento a cose e persone, trascurando sentimenti e rapporti troppo spesso barattati con “conoscenze” virtuali.
Emotivamente, dal disorientamento iniziale alla euforia della “novità” di stare a casa tradotta in “Fai da te” cimentandosi in sperimentazioni casalinghe mai neppure immaginate, si è passati poi alla insofferenza per il forzato prolungato isolamento fino ad arrivare, successivamente, ad una consapevole rassegnata pazienza concretizzata in una presa di coscienza della realtà ed una attenzione per tutto e tutti…
E ci si è trovati a riflettere sulle sfaccettature del quotidiano, del tempo libero troppo spesso vuoto e ciò che sembrava indispensabile, ha perso valore, mentre altro, scontato e trascurato, ha assunto spessore rilevante.
Ed è stato sorprendentemente bello scoprire le piccole cose, il piacere di stare a casa ed inventarsi lo stare insieme, conversare, discutere, confrontarsi sui problemi sollevati dalla emergenza sanitaria, partecipi delle difficoltà esistenziali ed economiche dei numerosi piccoli e grandi esercenti, ristoratori, operatori turistici, gente di spettacolo… costretti ad una così lunga inattività.
Un periodo questo per ritrovare se stessi, conoscere, conoscersi e organizzare al meglio le giornate e fare, finalmente quelle telefonate rinviate di domani in domani.
Ed ancora… le poche prudenti motivate uscite hanno assunto il valore di scoperta; le piazze vuote, i negozi chiusi, le vie spopolate, il silenzio assordante delle strade… si è apprezzata la bellezza dei luoghi, il fascino dei vicoli, la fortuna di abitare in piccoli centri dove conoscersi ed aiutarsi è una regola.
In realtà con la “quarantena” si è messa in crisi l’indifferenza, se pure non è stata del tutto sconfitta, perché l’emergenza sanitaria ha toccato le corde di un’umanità sopita, ma non spenta e tutti hanno praticato la solidarietà con attenzione e comprensione per chi viveva l’emergenza con lo spauracchio della difficoltà economica, con gli studi affidati ad un monitor, con i cantieri chiusi e la disoccupazione dietro l’angolo…
Ci si è interrogati sullo spreco alimentare; ci si è soffermati sugli affetti, sulle case di riposo e sul tempo… perso;
Si è riflettuto sulla sanità rottamata da un’ingiustificata ed irrazionale “razionalizzazione”.
Ancora non è finita e non siamo certi come e quando finirà.
La sfida è, comunque, il dopo.
Il dopo per non disperdere quanto osservato ed assimilato durante il forzato isolamento, e il dopo, forse, ritornerà ad apprezzare e rispettare la bellezza del mondo e del creato, degli affetti, degli amici.
Forse, dopo, si ritornerà a vivere la vita e a difenderla in tutte le sue manifestazioni, sempre, comunque, nonostante. Forse, dopo, ci reinventeremo per scoprire che il tempo è prezioso, la vita un dono da custodire gelosamente e forse, dopo, capiremo che gli altri… siamo noi.
Margherita Carignola, Responsabile Commissioni Bandi MPV Corigliano-Rossano