Quattro omicidi in un anno, ma sarebbe meglio dire sei. Delitti concatenati tra loro. In una logica criminale, o più d’una, tesa a ridisegnare la geografia del potere ‘ndranghetista d’una delle aree più ricche della Calabria. Già, proprio quella compresa tra la Sibaritide e il Pollino. La neonata grande città di Corigliano-Rossano

e le altre realtà urbane piccole e grandi, qui rappresentano fonti di guadagno per le ‘ndrine, uscite malridotte dalle sanguinose guerre del passato e dalle inchieste giudiziarie, e quindi bisognose di fare cassa con le estorsioni, la gestione dei subappalti, il traffico e lo spaccio di stupefacenti. LEGGI ARTICOLO COMPLETO

 

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