Piazza S.Bartolomeo, servono sistemi più efficaci

Un progetto che unisce“:«Tutelare l’ordine e la quiete pubblica e avviare un’incisiva azione di recupero sociale». 
CORIGLIANO-ROSSANO  – «Piazza San Bartolomeo, sacrosanto tutelare il diritto alla serenità e alla quiete pubblica dei residenti. Così com’è giusto preservare il decoro urbano e il patrimonio pubblico in una delle aree centrali di interesse paesaggistico e monumentale del centro storico di Rossano. Ma per fare questo serviva semplicemente chiedere un maggiore impiego di forze dell’ordine a tutela della normativa nazionale vigente. Per richiamare all’ordine cittadini ed in questo caso ragazzi ritenuti “esuberanti” non era necessario emanare un’ordinanza di coprifuoco. 

Proprio come si faceva nel medioevo o come si continua a fare nei paesi di guerra. Sinceramente, si saremmo aspettati di più, molto di più, da un giovane Sindaco. Che comprendesse le esigenze degli adolescenti e dei ragazzi e li coniugasse – come giusto che sia – con quelle dei residenti. Dove sono finite le politiche sociali? Non era meglio, forse, invece di emanare un’ordinanza dittatoriale da legge marziale, impegnarsi per offrire un’alternativa ai “piccoli disturbatori”? Magari proponendo nuovi progetti di socializzazione».
 
È quanto fanno sapere i Consiglieri comunali del gruppo “Un progetto che unisce” (Giuseppe Graziano, Adele Olivo, Vincenzo Scarcello, Gennaro Scorza e Costantino Baffa), commentando l’ordinanza del sindaco Stasi sul divieto di “danneggiare, imbrattare gli arredi urbani e bivaccare su piazza San Bartolomeo” a Rossano centro storico.
 
«Nell’ordinanza emanata dal sindaco ci sono contraddizioni che stridono con l’ordinamento giuridico e con i principi della democrazia. Innanzitutto il divieto di imbrattare e danneggiare gli arredi urbani non si sancisce con un’ordinanza ma c’è già l’articolo 639 del Codice Penale a dare chiare direttive in questo senso. Eventualmente basterebbe solo fare rispettare le regole. Il divieto di bivaccare, invece, è uno sfregio alla libertà oltre ad essere una pratica anticostituzionale. Ancor più se lo si restringe all’ambito dei bambini».
 
«Serve ordine, disciplina e rispetto dei beni pubblici. In questo ci troviamo in piena sintonia con i residenti e ne condividiamo le preoccupazioni. Non condividiamo, però, il metodo adottato dal Sindaco. Che emanando un’ordinanza ha, di fatto, abdicato al suo dovere di trovare una soluzione concreta ed efficace al problema. Siamo proprio curiosi di vedere quel vigile che multa un bambino che va in bici sulla piazza. Possibile che Corigliano-Rossano è diventata una città così triste tanto da dover commentare un’ordinanza che impone ai ragazzi di non fare baccano? Perché non si forniscono soluzioni e alternative affinché quei giovani non stiano lì a fare solo rumore? E che fine hanno fatto le politiche per il sociale? Perché, invece di fare ordinanze allucinanti, non si attivano delle convenzioni o non si varano progetti di coesione con le parrocchie, con le ludoteche o con il mondo dell’associazionismo che operano nel Centro storico di Rossano? Magari insieme a loro, così come avviene in tante altre realtà del territorio, si potrebbero trovare delle soluzioni idonee per evitare che i bambini stiano solo ed esclusivamente “a bivaccare” nelle piazze. Per fare questo, però, serve conoscerlo il mondo dei giovani e capire che uno dei problemi che attanaglia le nuove generazioni è la noia. Se le Istituzioni rinunciano al loro ruolo di propositori e si limitano solo controllo e alla repressione la democrazia ha fallito. E questo non possiamo permetterlo».
 
«Allora, chiediamo al Primo cittadino di revocare quell’ordinanza, che è una vergogna per la nuova Città, e di convocare un tavolo con le forze di polizia locale affinché intensifichino i controlli a tutela della quiete pubblica e del decoro urbano. Allo stesso tempo, però, occorre tutelare il diritto alla gioia dei bambini. Affinché quelle bici che oggi il sindaco chiede di appendere al chiodo possano essere utilizzate in spazi più idonei e sicuri. Senza deprecabili divieti. E questo lo si faccia non solo per i ragazzi del centro storico di Rossano ma anche per i tanti giovani di Apollinara, di Schiavonea o del quartiere Gallo d’Oro di Corigliano Scalo ai quali mancano spazi ed attività sicure ed adeguate per socializzare». 
 

Exit mobile version