Orlandino Greco: “Fondi Regionali per le fusioni di Casali del Manco e Corigliano-Rossano”

Un contributo per il 2019 di 200.000 euro e di 500.000 euro, rispettivamente, in favore delle intervenute fusioni di Casali del Manco e di Corigliano-Rossano. Il tutto, con la formale richiesta che gli stessi fossero anche inseriti nel bilancio di previsione 2020-2023, sì da renderli agevolazioni strutturali per il prossimo triennio.

 E’ quanto ho ritenuto proporre con l’odierna mia mozione in consiglio regionale a titolo di parziale compensazione del danno arrecato agli anzidetti neo Comuni dalle previsioni nazionali, che si sono visti decrementare sensibilmente il contributo statale finalizzato ad agevolare lo start delle aggregazioni comunali perfezionate mediante fusioni. Un danno grave che ha falsato i contenuti dei bilanci di previsione approvati, forse un po’ improvvidamente dai commissari redattori.

A proposito di fusioni di Comuni, la proposta di legge a mia firma e del collega Sergio, posto in discussione nel consiglio regionale di ieri, è stato rinviato alla prossima seduta consiliare. Un’occasione da non perdere, quella di approvare siffatto disegno di legge, dal momento che lo stesso ha registrato il più ampio consenso dei più autorevoli tecnici nazionali e l’apprezzamento dell’Anci, conformemente a quanto asserito dal suo presidente Antonio De Caro relativamente a gran parte delle proposte in esso contemplate.

La Calabria non può più sopportare fusioni al buio, soprattutto se pretese per racimolare il più estemporaneo consenso. Fenomeni, questi, registrati nelle fusioni perfezionate che, proprio per l’assenza dello studio di fattibilità preventivo (ampiamente previsto nella proposta di legge in discussione in Consiglio regionale), stanno registrando enormi difficoltà nello svolgere le dovute attività ricognitive e, dunque, nel redigere la ineludibile corretta programmazione.

La fusione rappresenta uno strumento delicato, del quale occorre fare un uso ponderato perché concretizza una situazione irreversibile, pertanto pericolosissima se basata su presupposti non tecnicamente valutati. Ciò non vuole dire, frenarne il ricorso alle fusioni. Tutt’altro. La Calabria ne ha un bisogno esasperato. Guai, però, a non valutare preventivamente le ricadute, giuridiche, economico-finanziarie, sociologiche, demografiche, urbanistiche e così via. Guai a dividere le cittadinanze interessate, sino a renderle – così come è successo con l’annessione del Comune di Spezzano piccolo nonostante la prevalenza referendaria del no – manifestamente contrarie. Guai a non tenere conto dell’orografia regionale e delle consequenziali difficoltà che si registrerebbero con le fusioni cosiddette sparse. In proposito, guai a supporre di esercitare ruoli da pavone, senza peraltro averne le piume, imponendo ragionamenti che di ragione ne hanno ben poca. Ricostruire la filiera locale nella nostra regione è cosa più delicata che altrove. Per intanto, occorre il riordino del sistema autonomistico locale da partorire con legge regionale, ove individuare prioritariamente i criteri di determinazione di area vasta, oggi – tra l’altro – indispensabile per programmare meglio l’esordio della Zes, che invero segna colpevoli ritardi attuativi. Cominciamo dunque con il darci, tutti insieme maggioranza e opposizione, le regole per mettere insieme i nostri Comuni. Al prossimo Consiglio regionale ne avremo l’occasione. 

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