CORIGLIANO ROSSANO  – L’individuo costretto a difendere il prestigio sociale. L’incontro-scontro di realtà e apparenza, tra ciò che sembra e ciò che è. Le tipiche situazioni paradossali in cui l’uomo resta quasi senza via di uscita. Gli aspetti sociali, fil rouge della V Mostra Nazionale d’Arte del Teatro Amatoriale Italiano promossa dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) di Cosenza, saranno protagonisti della scena anche nel terzo appuntamento.

 
È quanto fa sapere il Presidente provinciale FITA Antonio d’Amico ricordando che domani, Martedì 30, nel Chiostro di Palazzo San Bernardino, nel Centro Storico dell’area urbana di Rossano si esibirà il gruppo teatrale iBaki e l’associazione culturale Juovi Santu di Mendicino (Cs) in collaborazione con Maschera e Volto proporranno Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello con l’adattamento e la regia di Imma Guarasci.
 
Questa sera, Lunedì 29, l’appuntamento è a Crosia, alle ore 21, con la compagnia teatrale Stabile dei Nomadi di Leonforte (En). Il marito di mio figlio, dal testo di Daniele Falleri e la regia di Alessandro Spinello è l’opera che sarà portata in scena all’Agorà, in piazza del Popolo, nel Centro Storico.
 
La commedia in due atti di Luigi Pirandello, A birritta cu’ i ciancianeddi, scritta nel 1916 per l’attore Angelo Musco, fu rappresentata, per la prima volta in dialetto siciliano il 27 giugno 1917, al Teatro nazionale di Roma ed in lingua italiana nel 1923 con il titolo Il Berretto a Sonagli. La signora Beatrice Labella, figlia di Assunta e sorella di Fifì, gelosissima moglie del Cavaliere Fiorica, istigata dalla Saracena, intende denunciare al Delegato Spanò amico di famiglia, il presunto tradimento del marito con Nina, giovane moglie dello scrivano Ciampa. Inutilmente la governante Fana e i componenti della sua famiglia, tentano di persuaderla dal suscitare uno scandalo. Invano Ciampa, onde evitare di indossare davanti a tutto il paese “il berretto a sonagli” ovvero il cappello da buffone e da becco, cerca di suggerire alla Signora Fiorica di girare in tempo le Tre corde che ogni individuo porta in testa (la seria, la civile e la pazza). Beatrice non è disposta in alcun modo a girare né la corda seria, né la corda civile… pertanto viene dichiarata da tutti “pazza”!
 
In questo Giuoco delle parti ogni attore muove i fili della sua marionetta, divenendo al tempo stesso puparo e pupo. Gli attori-marionette si muovono nel proprio Teatro – Opera dei pupi, come sorretti in equilibrio ed animati da tre corde (la seria, la pazza e la civile). La visone registica delle metafore pirandelliane si estende a macchia d’olio fino a caratterizzarne l’interpretazione attoriale, la scenografia, i costumi, le musiche (di Giacomo Cutticchio) e contaminando i differenti linguaggi artistici: dal teatro d’attore al teatro di figura, fino a modificare i procedimenti linguistici, in differenti figure retoriche: sineddoche e metonimia. L’opera dei pupi rappresenta in questo spettacolo un ponte metaforico tra Calabria e Sicilia, tra il teatro d’attore ed il teatro di figura. L’ allestimento de Il Berretto a sonagli di Pirandello, sottolinea la regista Imma Guarasci, è un piccolo omaggio all’Opera dei Pupi, riconosciuta dall’Unesco: Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Il dilemma tra l’apparire e l’essere, la pazzia, l’ipocrisia, la maschera, sono i temi centrali della drammaturgia e della poetica pirandelliana. In questa commedia in due atti di Pirandello il ruolo della Donna e la Sua condizione subalterna, al Sud, nei primi anni del XX secolo, sono intessuti e tratteggiati nei profili dei diversi personaggi femminili e maschili. La Saracena è la personificazione della pupara: subdola, ruffiana, disfa l’intreccio della storia; la rigattiera compra e rivende pezzi di vita altrui, non sempre comprendendone appieno il valore delle sue azioni e gesta. Assunta è una madre apparentemente amorevole, indipendente, ma succube al tempo stesso dei luoghi comuni dell’epoca. L’isterica Beatrice è una Penelope ribelle: offesa nel suo ruolo sociale di moglie, reagisce istintivamente come un animale ferito; aziona la corda pazza, a discapito della corda seria e civile, divenendo uno strumento scordato. Fana e Mariannina, le serve di casa Fiorica, rappresentano due figure familiari (l’apprensione materna; la premura di una seconda madre; la compagna di giochi) che inizialmente aiutano e sostengono la Signora Beatrice e che al contempo, però, per loro condizione sociale, incarnano la condizione subalterna della donna che non ha diritto di parola e di scelta. La comparsa silenziosa di Nina Ciampa diviene presenza scenica eloquente. Fifì, signorino di buona famiglia: ben vestito, apparentemente puro e candido, riveste i panni di eterno enfant, ancora alla ricerca di un proprio lavoro, di una propria dimensione sentimentale, un mezzo uomo o un uomo a metà, un parassita sociale che vive di espedienti. Ciampa è il fidato e servizievole dipendente del Cavalier Fiorica; “esposto ai comandi dei suoi Signori”. Da buon scrivano crede di imprimere il suo marchio, il suo inchiostro su tutto e su tutti e di aver sotto il suo controllo ovvero “sotto chiave o sotto salamoia”: idee, parole e persone. Il Delegato Spanò, funzionario dello Stato, vice commissario provinciale, è un fidato uomo vicino alla famiglia Fiorica che conosce la verità ma la mistifica, la camuffa. Personaggio ironico che si sdoppia, divenendo sulla scena un duo comico-ironico con il calabrese Logatto. Infine il cavaliere Fiorica è un personaggio in absentia. Artefice dell’intreccio, deus ex machina della storia, risiede ed abita le quinte del teatro, attraverso dialoghi degli altri personaggi.
 
Attori e personaggi. Luigi Gaudio interpreta Ciampa, Monica Rossi Beatrice e Alessandro Bartoletti Fifì. Mike Gaudio è il Delegato Spanò, Mariarosa Gaudio è Fana. Rita De Cicco recita nel ruolo di Assunta, Emanuela Grillo in quello di Saracena. Eva Gaudio Rosalia, Alice Curia veste i panni di Tuzza, Antonio Minnicelli di Logatto e Patrizia Fancellu quelli di Mariannina. Paola Cannataro è Nina.
 
Gli spettacoli sono gratuiti. – Libere clausure è il progetto di Marina Pizzi con l’adattamento e la regia di Aldo L’Imperio de La Cricca di Taranto, in calendario per Venerdì 2 Agosto al Quadrato Compagna, a Schiavonea di Corigliano. – Martedì 6 Quadrato in Scena torna al San Bernardino con la compagnia teatrale Ladri di Copioni di Torre del Greco (Na). Hamlet Travestie da John Poole e Antonio Perito a William Shakespere di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella con la regia di Flavio Speranza. – Sabato 17 si chiude a San Giorgio Albanese con il Teatro Claet di Ancona che porta in scena I giusti nel tempo del male di Svetlana Broz e la regia di Diego Ciarloni. – Data e location da confermare per lo spettacolo de I Canaglioni di Cassano allo Ionio che si presentano con Viva la Mamma, progetto nato da un’idea di Calogero e Rossana Maurici. L’adattamento e la regia sono di Alfredo Perciaccante.
 

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