La questione dei livellari è stata oggetto di discussione da parte del Pd di Corigliano-Rossano, alla presenza del Commissario Cesare Marini, ripercorrendone le origini storiche della <livella > e approdando alla delibera della G.C. di Corigliano dell’ex Amministrazione Geraci n.7 del 9.7.2017 relativa <alla individuazione dei beni immobili non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali>, trattandosi di atto pubblico utilizzabile come punto di riferimento.

 

 

 

Il livello era un rapporto agrario, risultante da un documento scritto e consisteva in una concessione di terreno, in genere per lunga durata, contro la prestazione periodica di un canone in natura o in denaro.
Tale contratto, di origine romana, ebbe ampia applicazione nel Medio Evo,
il Feudatario o Signore concedeva a un suo suddito una terra, affinché la utilizzasse in proprio, contro pagamento di un canone periodico ed altro. Attualmente la voce “livello” non è più utilizzata ed è stata sostituita dalla voce “enfiteusi”. Ciò vale sul piano catastale, ma anche sul piano civilistico si ritiene che vi sia una quasi equiparazione fra l’istituto del livello e quello dell’enfiteusi, pur originariamente diversi.
Invero, la questione dei livellari, oggi proposta con riguardo al patrimonio dei terreni del città di Corigliano-Rossano, è attenzionata attualmente anche da molti altri comuni, con l’intento di regolarizzare la gestione dei rispettivi patrimoni e di ritrarre dagli affitti entrate per i propri bilanci.
Della stessa richiamata delibera fanno parte integrante gli allegati che ricostruiscono il patrimonio dei beni dell’ex comune di Corigliano, costituiti da terreni attualmente posseduti da soggetti privati, specificandone la consistenza e la situazione in termini di legittimità del possesso e di regolarità nel pagamento dei canoni.
Secondo la stessa ricostruzione molti degli stessi possessori non avrebbero titolo concessorio, altri non corrisponderebbero il canone e alcuni terreni sono stati anche oggetto di cessione tra privati, estromettendo il Comune da rapporto contrattuale.
Occorre però precisare che la problematica dei <livellari > risale nel tempo e fin qui non è stata adeguatamente affrontata, né chiarita e sanata dalle precedenti Amministrazioni Comunali, se pur risultano pregresse iniziative amministrative senza essere pervenute a soluzione, per cui per onestà intellettuale, ma ciò pare ovvio, tale <situazione> non può essere riversata in termini di responsabilità sull’attuale sindaco.
Tuttavia, siccome la questione è di rilevante importanza, deve essere affrontata con serietà e particolate attenzione dalla nuova Amministrazione Comunale, perché intorno ai livellari e terreni con usi civici ruotano, prima di ogni altra considerazione, due priorità valoriali che vanno salvaguardati e che costituiscono, in sostanza, l’essenza della vicenda, ossia di <giustizia sociale> e di <bilancio del nuovo Ente Comunale>.
Aspetti che, se adeguatamente riconsiderati e tutelati, ricondurrebbero il patrimonio dei terreni comunali in una gestione più trasparente, sana ed utile economicamente, anche per le casse pubbliche del nuovo Ente Comunale.
Perché occuparsi dei livellari è una questione di giustizia sociale e perché interferisce con il bilancio della città Corigliano-Rossano?
Alla concessione dei terreni di proprietà pubblica (livella e oggi enfiteusi) è connessa sicuramente una funzione sociale, non solo per la lunga durata del rapporto indispensabile per realizzare opere di miglioria sui fondi, ma consente al privato beneficiario della concessione di utilizzare il terreno, di coltivarlo e di acquisirne i frutti per sé e per la sua famiglia. Infatti l’origine della <livella> e poi <dell’enfiteusi> è strettamente legata a una nobile funzione sociale, avente l’intento di aiutare la classe povera, che attraverso la coltivazione del terreno trovava un qualche aiuto di sopravvivenza per le proprie famiglie.
Nella Costituzione Italiana, sin’anche con riferimento al patrimonio privato, quindi tanto più riferibile a quello pubblico, la funzione sociale della proprietà è espressamente evocata dall’art. 42, sottesa anche all’art. 44, e risponde non solo alle esigenze di redistribuzione della ricchezza, ma anche di garantire contemporaneamente le aspettative del proprietario e la tutela e promozione di interessi della collettività.
L’altro aspetto pure importante della stessa <questione> è riconducibile al bilancio, perché i beni immobili pubblici, rappresentano una voce significativa del bilancio come patrimonio dell’Ente e, adeguatamente considerati nella loro entità economica, contribuiscono a costituire un migliore e più sano <bilancio> dell’Ente Comunale, quindi una maggiore consistenza economica.
Il progetto Patrimonio della PA prevede attualmente l’obbligo di comunicazione annuale al Dipartimento del Tesoro, da parte delle Amministrazioni pubbliche, dei dati relativi ai beni immobili (fabbricati e terreni), alle partecipazioni e ai beni dati in concessione.
Inoltre, dalla concessione degli stessi terreni, il comune dovrebbe ricevere con regolarità i canoni di fitto, che andrebbero ad incrementare le entrate pubbliche nel bilancio e potrebbero rimpinguare le casse comunali ed essere utilizzate per coprire maggiormente il costo dei servizi universali, con riduzione della spesa a carico dei cittadini.
La questione dei livellari viene, poi, maggiormente in rilievo, in quanto trattasi -per come ritenuto- di terreni gravati altresì dagli <usi civici>, che impongono alla P.A. l’esercizio del potere imprescrittibile di ricognizione e di verifica dell’utilizzo dei terreni in modo conforme alla funzione sociale e alla destinazione degli usi civici, prospettandosi, anche sotto il profilo giuridico, un diverso e più rigoroso regime e più definite soluzioni.
Per <uso civico> s’intende il diritto di godimento collettivo su beni immobili che spetta ai membri di una collettività su terreni di proprietà comunali (o anche di terzi), in quanto anch’essi costituiscono pesi gravanti sui fondi, che rendono il fondo inalienabile a pena di nullità dell’atto, trattandosi di beni soggetti a regime di indisponibilità e di destinazione, vincolati alle primarie esigenze della specifica comunità a cui ab origine sono stati asserviti, non se ne può disporre, né venderli, né mutarne la destinazione, né usucapirli, sono imprescrittibili.
La vicenda quindi è complessa, ma non può essere ignorata, e deve essere trattata in modo trasparente.
Al Sindaco Flavio Stasi è chiesto di affrontare con trasparenza la problematica dei <livellari> , trattandosi di questione di estrema rilevanza in termini sia di giustizia sociale che di interessi economici e di bilancio, innanzitutto, sollecitando il Presidente del Consiglio Comunale a convocare il chiesto consiglio comunale su tale argomento; adottando, poi, ogni più utile iniziativa, anche mediante la costituzione di una <commissione mista>, formata da tecnici esperti e da consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, diretta a valutare istituzionalmente quanto affermato nella richiamata delibera n.7 del 9,7.2017, in particolare la consistenza di tale patrimonio immobiliare comunale, la legittimazione dei possessori dei terreni comunali, la regolarità nel pagamento dei canoni, la sussistenza di eventuali concentrazioni di terreni in capo a privati soggetti snaturanti la funzione sociale e l’uso civico degli stessi terreni, adottando ogni necessaria decisione a regolarizzazione della vicenda e ad eliminazione di eventuali anomalie, in nome del principio di democraticità e di equità nell’uso e distribuzione delle risorse pubbliche, appartenenti all’intera collettività. PD CORIGLIANO-ROSSANO   

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