Dal 1999 le porte del penitenziario si sono chiuse e da allora è stato solo abbandono e degrado. L’amministrazione carceraria chiede 430mila euro per sbarazzarsi dell’immobile ma intanto i muri cadono a pezzi e i vandali fanno bottino

A partire dal Rinascimento fu la casa padronale della famiglia Adimari; poi a partire dal 1594 a chiusura dell’epopea bizantina di Rossano, su volere dell’allora arcivescovo della diocesi di Rossano Properzio Resta, vi s’insediò l’antico seminario e dal 1800, infine, come ricorda il De Rosis, diventò prima uno stabile condiviso tra le scuole pubbliche e la prigione della gendarmeria e poi, dal 1861 ad andare avanti, divenne una delle prime prigioni circondariali della Calabria.

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