Aprile 26, 2024

Storia di chi non è abituato a ricevere critiche.
Tra le persone che si sono interessate di politica anche marginalmente, vige un vecchio modo di dire, quasi una massima: “meglio il peggior sindaco del miglior commissario”. Non c’abbiamo mai creduto granché a dire il vero, ma essendo una credenza tanto diffusa, deve avere certamente un fondo di verità. Figuriamoci quello che può accadere quando a sopraggiungere non è certamente il miglior commissario possibile.

Il team di Bagnato, che ha deciso di essere coadiuvato da ben 3 sub-commissari, finora praticamente non ha dato risposte su nulla e si è rivelato totalmente incapace di gestire le vicissitudini quotidiane della neo-città di Corigliano-Rossano. Sostanzialmente stiamo parlando di una istituzione inutile, che non è stata in grado di assumere posizioni quando doveva (vedi questione centrale di Sant’Irene), che non è in grado di gestire le emergenze (vedi carenza idriche di questi giorni), che non utilizza alcun criterio trasparente per la ristrutturazione della macchina comunale e che, per altro, non si adegua neanche alle normative sulla trasparenza, visto che ancora non si effettua la rotazione del personale. Non fosse stato per i lavoratori saliti sul tetto, avremmo ancora l’erba ai bordi delle strade.

Tutto questo non può che generare delle critiche, ovvero delle risorse utilissime se sfruttate come stimolo e che possono aiutare a comprendere il luogo in cui si svolge il ruolo di commissario, le aspettative della cittadinanza e le potenzialità del territorio. Insomma, che fanno capire ai sopraggiunti che questa non è la Papua Nuova Guinea (con massimo rispetto per il paese oceanico) e che, anche se i nomi si assomigliano, questa non è la fusione fra Barbarano e Mossano (con altrettanto rispetto per il neo-comune vicentino), ma una Città di 80 mila abitanti.

È bene che i cittadini sappiano, però, quale è l’atteggiamento “istituzionale” (scusate per l’utilizzo improprio del termine) del commissario che in questo momento, non gratis, amministra la città: ad una richiesta di incontro urgente di quattro consiglieri uscenti su dati e criticità precise, risponde dopo otto giorni facendoci chiamare dalla sua segreteria alle ore 12.00 per un incontro alle ore 16.00 dello stesso giorno. Alla richiesta cortese di un anticipo leggermente maggiore, non essendo esattamente quattro nullafacenti, la risposta riferita è stata “se venite bene, altrimenti pazienza”. Da premettere che il precedente incontro era stato convocato con le medesime modalità, non permettendo a due dei consiglieri di poter essere presente all’incontro.

Ciò che il dott. Bagnato non ha ben presente, a nostro modesto avviso, è che viene pagato coi soldi dei cittadini per svolgere le funzioni di Sindaco e dell’intero Consiglio Comunale, non per esercitare poteri arbitrari, ed ha quindi il dovere e la responsabilità di rendere conto di tutto ciò che fa alla cittadinanza ed a chi intende esercitare il proprio diritto di controllore sull’attività della istituzione pubblica.

L’impressione, dunque, è che le pubbliche critiche, per esempio l’aver sottolineato le infelicissime circostanze di alcune sue scelte palesemente sbagliate nell’attribuzione di responsabilità all’interno dell’Ente (sulle quali si attendono ancora risposte), non vengano molto apprezzate, né sfruttate come spunti di riflessione. Al contrario sembra ci sia una certa incapacità di accettazione della critica pubblica. È un sentimento che, da persone costantemente e legittimamente criticate per le scelte che operano, comprendiamo, ma che non è giustificabile quando si svolge un ruolo pubblico come è quello di commissario.

Capiamo anche che quando le critiche sono originate da pochi e ben individuati soggetti, potrebbero essere interpretate come faziose, ma bisogna considerare che la nostra gente ha una sedimentata propensione all’accoglienza, talvolta eccessiva, al punto di riverire il “forestiero” ben più dell’indigeno: una caratteristica che non intendiamo emulare.

Il commissario, dunque, si adoperi non solo per dare delle risposte celeri alla cittadinanza in materia, per esempio, di bilancio, di servizi, di organizzazione comunale e di trasparenza, ma si abitui anche a doversi relazionare con coloro i quali decidono liberamente, seppur con mille limiti, di svolgere il ruolo di cittadini attivi e di controllori della sua attività, poiché questo – lo ribadiamo ulteriormente – non è un Comune sciolto per mafia, ma un territorio che ha operato una scelta coraggiosa ed epocale e che merita di essere coinvolto nelle scelte e di avere delle risposte istituzionali adeguate ed all’altezza del proprio coraggio.

Sempre se si è in grado di farlo.

 

Flavio Stasi

Marinella Grillo

Achiropira Scorza

Tonino Caracciolo