Mi chiedono: “Parla dei giovani di qui”. E io apro il mio diario. Allora… Qualche sera mi prende un po’ la malinconia e allora scrivo come se muovere le mani mi concedesse di respirare meglio. Alcune volte penso a quanto le persone abbiamo fatto per me, amici e familiari, e quanto poco, alcune volte, riesca ad esserne grata. Probabilmente essere consapevoli di sé e di tutto è un passo grande:

 

 

 

 

ma d’altronde, uno non riesce sempre ad esprimersi quando è in piazza, davanti al caffè bollente dove il fumo copre metà viso, quando prende sempre per prima due bustine di zucchero perché ha paura che sia troppo amaro e non vuole fare brutte smorfie… VAI ALL’ARTICOLO

 

Exit mobile version