Fusione,Mascaro:critiche infondate. Finanziamenti,fatto lavoro serio e puntuale 
CORIGLIANO ROSSANO – La programmazione comunitaria si fonda su dati certi e non su ipotesi: la città unica è venuta a giuridica esistenza dal 31 marzo 2018, proprio quando le amministrazioni sono decadute, ed è subentrata la gestione commissariale, cui compete ogni ulteriore atto. La programmazione riguarda il periodo 2014/2020, cioè si era e si è già ai 2/3 del tempo di competenza. Perciò ogni modifica, anche minima, diventa sicuramente problematica.

 La trasformazione dell’Area Urbana in un’unica città non consente di per sé di entrare nella fascia dei poli urbani di rilievo regionale, quale condizione indispensabile per ottenere maggiori risorse. Per esplicita ed inequivoca definizione contenuta nei documenti della programmazione comunitaria, i poli urbani di rilievo regionale sono quelli  attrattori per l’intero territorio calabrese in virtù delle funzioni erogate. Come la città metropolitana di REGGIO CALABRIA, il capoluogo di CATANZARO, nonché l’area urbana COSENZA – RENDE, perché sedi di uffici con rilievo regionale oppure di Università o altro ancora. D’altra parte l’esistenza dell’Area urbana COSENZA RENDE, smentisce la fondatezza della tesi sostenuta. Sono, questi, alcuni dei punti che Stefano MASCARO, già Sindaco della Città di ROSSANO, nell’ambito dei Fondi per lo Sviluppo Urbano Sostenibile (S.U.S.) destinati in parte all’Area Urbana Corigliano Rossano intende chiarire alla luce delle dichiarazioni ed assunte iniziative, anche istituzionali, sicuramente animate da buone intenzioni – dichiara – ma che meritano qualche considerazione ed alcune puntualizzazioni. È legittimo chiedersi se l’intervenuta fusione dia il diritto a maggiori fondi – aggiunge – senza necessità di muovere critiche infondate. La questione è stata ben presente alla mia Giunta ed oggetto di adeguato confronto e scrupoloso approfondimento. Per lo Sviluppo Urbano Sostenibile – sottolinea – sono stati destinati complessivamente 190 MILIONI DI EURO, di cui 105 MILIONI ai poli urbani regionali e 85 MILIONI ai centri minori, con uno scarto di 20 milioni. Il passaggio da una fascia all’altra, potrebbe portare solo ad una redistribuzione degli  stessi 190 milioni di EURO. Redistribuzione quasi impossibile a programmazione avanzata e con margine di  miglioramento della singola posizione di qualche milione e non delle cifre sparate a caso di 30/50 milioni di EURO, che non esistono nemmeno in termini assoluti di attribuzione. Per l’indifferenza dei fondi SUS rispetto alla trasformazione di CORIGLIANO ROSSANO da Area Urbana a Città unica, l’attenzione è stata rivolta ad altri assi e misure aperte attraverso diversi canali di finanziamento, convenendo che la fusione non può non essere tenuta in particolare considerazione. Ed è in tale direzione che sono andate le richieste dei due Comuni, formalizzate in documenti e riunioni ufficiali. Con il risultato di ottenere impegni politici chiari, recepiti nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale contestualmente alla legge istitutiva della nuova città: un ordine del giorno che riprende testualmente il documento presentato dai due Comuni, con buona pace dei detrattori per pre-giudizio o in mala fede. Esso contiene riferimenti espliciti ai fondi comunitari e l’impegno per la stipula di un accordo di programma finalizzato ad agganciare gli interventi del Patto per lo sviluppo della Calabria, nell’interazione tra POR, PON e Fondo Sviluppo e Coesione; nonché per la redazione del nuovo Piano di riordino territoriale, quale pre-condizione per la collocazione della nuova realtà nell’Area vasta della Sibaritide. Un lavoro serio e puntuale è stato fatto, ma tanto e sicuramente di più resta da fare ai vari livelli.

Vi è  il problema del come. Occorrerebbe innanzi tutto più armonia e meno spirito polemico; ma anche l’accantonamento dei personalismi in funzione del bene comune. 

 

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