Graziano: Il POR contempla Corigliano-Rossano come area urbana. Ammanco di risorse del 40%
CORIGLIANO-ROSSANO – La nuova Città di Corigliano-Rossano, la cui nascita per volontà popolare è stata sancita dalla Legge regionale N.2/2018, a partire dallo scorso 31 marzo ed in tutte le sedi, deve essere considerata giuridicamente tale. Pertanto, anche le misure di investimento previste dalla Regione Calabria, d’ora in poi, dovranno riportare questa realtà comunale nella corretta nomenclatura. Anche nelle misure previste dalla nuova agenda urbana.
Dove abbiamo riscontrato che Corigliano-Rossano, nel quadro dei finanziamenti, continua ad essere inserita tra i beneficiari delle misure destinate alle aree urbane e non delle Città. Questo non va bene perché la terza realtà calabrese per numero di abitanti (la prima per estensione territoriale) si vedrebbe fortemente penalizzata a fronte di una perdita di oltre il 40% dei finanziamenti e surclassata, addirittura, da realtà più piccole.
È la denuncia sollevata dal movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia e dal suo presidente Giuseppe Graziano all’indirizzo del presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, affinché intervenga subito per apportare i dovuti correttivi agli indirizzi strategici per lo Sviluppo Urbano Sostenibile e ridisegni gli ambiti di intervento che allo stato attuale danneggiano ed indeboliscono il progetto di fusione di Corigliano-Rossano.
L’agenda urbana – aggiunge Graziano – è un pasticcio che il Governo regionale ed il presidente Oliverio devono correggere subito. Bisogna immediatamente correggere questo grave errore che potrebbe compromettere il futuro di questo territorio. Perché se da un lato è vero che la delibera di giunta regionale (la 326/2017), che ha delineato gli indirizzi strategici, le procedure di attuazione del Por Calabria 2014-2020 all’interno della strategia di sviluppo urbano sostenibile e gli ambiti di intervento nei quali Corigliano-Rossano viene considerata ancora come Area urbana, risale al luglio 2017, dall’altro è altrettanto vero che in quella data era già incardinata in Consiglio regionale e pronta all’approvazione la Legge Graziano sulla fusione dei due comuni ed era già stata fissata la data del referendum. Quindi sarebbe stata più che giustificata una diversa inclusione strategica della nascente Corigliano-Rossano nell’ambito delle Città.
La questione, però, – spiega Graziano – non è solo formale ma soprattutto di sostanza. La diversa classificazione di Area Urbana, assegnata a Corigliano-Rossano, rispetto a quella corretta di Città modifica in modo concreto l’attribuzione delle risorse con un ammanco reale di circa il 40% dei fondi stabiliti, e quindi di almeno 15 milioni di euro. A questo si aggiunga che le misure di intervento previste per le Aree urbane ovviamente non prevedono esigenze prettamente conurbative che, viceversa, richiede una Città. Si pensi – prosegue – ai progetti finanziabili per l’efficientamento energetico piuttosto che per l’inclusione sociale che nel piano di Sviluppo urbano sostenibile hanno visioni progettuali finanziabili diametralmente opposte rispetto alle due tipologie di ambiti previsti. Pertanto, partendo dal principio cardine che Corigliano-Rossano deve essere considerata una Città a tutti gli effetti e considerato che nella nomenclatura delle città del SUS è stata inserita l’area urbana Cosenza-Rende, che non ha nemmeno avviato il processo amministrativo di fusione, è necessario provvedere ad una modifica urgente dei contesti urbani interessati dalla strategia, inserendo Corigliano-Rossano nei Poli urbani di livello regionale e provvedendo alla rimodulazione dei fondi a disposizione. Tutto questo – conclude il leader del CCI – facendo leva sulle opportune deroghe che sono concesse al nascente nuovo comune e al suo apparato amministrativo per avviare la fase organizzativa.
ALLEGATE SLIDES:
1. INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INTERVENTO
2. ATTRIBUZIONE RISORSE