Ottobre 5, 2024
depuratore

Un progetto da circa trenta milioni di euro, di cui la metà di soldi pubblici, che avrebbe dovuto permettere alle città di Rossano e Corigliano di superare l’infrazione europea che le vedeva già unite, purtroppo negativamente, dall’insufficienza dei depuratori a disposizione delle comunità e dalla mancanza di numerosi tratti di rete fognaria, con conseguente scarico nei corsi d’acqua. Sono passati cinque anni da quando il progetto del depuratore consortile ha preso vita, ma siamo ancora al punto di partenza, e non si tratta di un caso.

 

 

Costruire 40 chilometri di tubatura con 20 sollevamenti, per trasportare le acque nere da contrade come Toscano, Apollinara, Fossa o Foggia fino a Piragineti, implicherebbe enormi costi di manutenzione ed energia elettrica a carico dei cittadini. Ma se gli interrogativi tecnici erano numerosi fin dall’inizio, quelli politici si sono moltiplicati nel momento in cui a rispondere ad una gara da 30 milioni di euro si presentò una sola azienda, triste caratteristica di molti appalti di entrambi gli ex comuni di Corigliano e Rossano, che è già stata sottolineata .

All’epoca tali sottolineature, da parte di entrambe le amministrazioni, furono bollate come “sterili polemiche”; dopo un po di tempo, ad una delle aziende principali del consorzio che si è aggiudicato la gara, è arrivata “solo” l’interdittiva antimafia, bloccando di fatto l’intero progetto e costringendo Rossano e Corigliano a permanere nel degrado ambientale che caratterizzava e caratterizza ancora il proprio sistema depurativo.

Ecco per quali ragioni, come movimenti cittadini, in questi giorni abbiamo chiesto ed ottenuto ulteriori approfondimenti in merito al depuratore consortile, che non riguarda soltanto la sua realizzazione ma anche la gestione dell’intero sistema integrato delle acque, dai contatori ai depuratori.

Un progetto del genere, quindi, che copre sostanzialmente un intero settore, richiede la massima chiarezza e garanzie granitiche, da ogni punto di vista, su chi e come dovrebbe gestire servizi tanto cruciali; garanzie che ci sembrano, anche alla luce della sopraggiunta interdittiva, piuttosto labili. Chi oggi ha la responsabilità di decidere quale sia la via migliore per uscire dalla procedura di infrazione riteniamo non possa non tenerne conto. Non vorremmo che questo progetto si trasformi nell’ennesimo caso di “incompiuto calabrese” di cui la nostra storia, anche recente, purtroppo è piena.

Riteniamo inoltre che con l’investimento pubblico stanziato per uscire dalla procedura di infrazione (circa 15 milioni di euro) si possa progettare un sistema di depurazione efficiente e razionale che abbia costi di gestione e manutenzione appropriati, attraverso un progetto complessivo che preveda: la terminazione della rete fognaria, ancora assente in larghe aree del territorio, ed il potenziamento o l’integrazione necessaria dei depuratori attuali.

Chiediamo che si faccia chiarezza al più presto sia sugli esiti delle valutazioni in atto, sia sui criteri adottati per tali valutazioni, affinché la città di Corigliano-Rossano ottenga un sistema di depurazione efficiente, ma anche che le opere vengano realizzate per migliorare la qualità della vita della comunità (e non per regalare denaro pubblico) e che i servizi vengano gestiti nella totale trasparenza.

Movimento Corigliano-Rossano Pulita

Movimento Corigliano-Rossano Domani