Questa “partecipazione” in un sistema democratico avviene attraverso la RAPPRESENTANZA, ovvero un metodo attraverso il quale una comunità sceglie i suoi politici per essere da loro rappresentati ed amministrati.
Questo rapporto in una società seppure semplice è da sempre frutto di interazioni complesse e delicate, che si sedimentano nel tempo per conoscenza, appartenenza, amicizie, frequentazioni, interessi e perfino passioni.
Si crea così una catena che si stende in anni ed anni, decenni se non addirittura secoli di storia che alla fine scrivono e conducono fino ad in nostri giorni il rapporto tra amministratori ed amministrati, embrione di quello che può poi determinare, in casi eccezionali, la rappresentanza a livelli superiori se non addirittura nazionali, come si è verificato eccezionalmente proprio in questi nostri giorni.
Allora se tutto questo è vero, come è vero, poiché ci stiamo dirigendo a passi veloci verso le elezioni per l’amministrazione del comune unico, mi chiedo:
Preso atto dell’impossibilità di avere alcuna rappresentanza politica come sopra definita, cresciuta, sedimentata e riconosciuta dalla nuova comunità costruita per tutto il comune unico, ovvero che non sia possibile a breve nel tempo pronosticato per le elezioni amministrative presentare alla cittadinanza unificata soggetti politicamente credibili, ma sopratutto riconoscibili contemporaneamente dalla cittadinanza sia di Corigliano che di Rossano, su quali basi e differenziazione sarà proposta la scelta della rappresentanza che si candiderà alla guida di questo gran carrozzone?
L’unica distinguo del quale saremo in presenza è quella della provenienza, quindi la rappresentanza che si candiderà sarà espressa da ciascuna comunità originaria e quindi conseguentemente il consiglio comunale che ne deriverà non sarà più come avviene in tutte le assemblee comunali democratiche, e cioè una serie di rappresentanze politiche tra di loro magari alleate o in opposizione, ma una serie di delegati in funzione della provenienza, ovvero una specie di assemblea dell’ONU dove ciascuno rappresenta una sua comunità che lo ha delegato, e nel caso migliore saremo in presenza di liste composte da miscellanee di soggetti messi lì in percentuale al… Comune originario di residenza o nascita!
Alla fine di questa fiera degli imbrogli, si sarà tornati, come in un grandioso e ridicolo gioco dell’oca, nuovamente alla casella di partenza in cui si tornerà nuovamente a votare per il proprio comune di appartenenza dimostrando, se ve ne fosse stato bisogno, che per gli ideatori della grande “stangata” la fusione alla fine avrà funzionato solo per i loro reconditi interessi, ma non per le due comunità che invece la subiranno pagandone tutte le conseguenze.
Mario Gallina