La fusione di Corigliano-Rossano non è un salvacondotto per chi ha sbagliato

La gente vuole una nuova classe politica
Negli ultimi giorni diversi personaggi politici sia di Rossano che di Corigliano si fanno vedere con una certa insistenza sia nelle manifestazioni pubbliche, sia cercano di mettersi in evidenza con prese di posizione pro o contro la fusione, e soprattutto pro o contro gli altri politici, sindaco compreso. Mi riferisco alla sinistra ma maggiormente alla destra rossanese e coriglianese che ha i suoi esponenti storici,

 che legittimamente esprimono la propria opinione davanti al popolo, qualche volta in modo piuttosto plateale, ( a me sembra un po’ rozzo e volgare buttare la storia di una città in un cartellone pubblicitario): il problema è che si tratta degli stessi personaggi che hanno portato il territorio della Sibaritide a perdere quello che i popoli delle due città si erano conquistati in cinquanta anni di sacrifici: ferrovia, ospedali, Inps, tribunale. Rendendo le due città da città amministrative , secondo la definizione dei geografi, cioè dotate di servizi amministrativi, a città del deserto. Questi vecchi politici( e ripeto parlo di tutti quelli che a vari livelli hanno governato) si rendono conto che negli ultimi decenni il nostro territorio è stato privo di una testa politica, perché chi è stato al governo delle città, o negli enti provinciali e regionali ha lasciato che il territorio venisse spogliato da governi arroganti che si sono serviti della connivenza del potere economico e lobbistico di Cosenza? Il territorio di Rossano e Corigliano è stato venduto ai cosentini ben prima che Geraci approvasse la fusione! Chi ha comandato a Corigliano? I coriglianesi? No i vari Gentile e compagnia cantando, che si sono serviti di politici locali venduti. E allora costoro che agitano le acque che cosa vogliono: continuare a tenersi la torta per sé? E’ questo che vogliono? Ma si rendono conto del livello di sfascio a cui le istituzioni sono state ridotte dal governo italiano con l’incapacità di questa politica di muovere un dito per difendere il proprio territorio. Ma se per prendere un treno per il Nord bisogna fare la gimcana tra cambi di stazioni e stazioncine senza avere nessuna garanzia di quando e come si arriva , se per curarsi in un ospedale per un esame di routine bisogna andare in Puglia o in Campania, se per avere i soldi che ti aspettano da chi te li ha rubati bisogna andare a Castrovillari da un giudice, perché non c’è più un tribunale, ma chi ha provocato questo sfascio? Chi è responsabile? Il popolo? Il popolo lavora e soffre, qualche soldo in più che gira a Corigliano perché c’è più laboriosità non giustifica lo sfascio che la politica ha compiuto del territorio. Allora diciamo piuttosto che la classe politica ha creato clientelismo e affari anche illegali intorno alle istituzioni, solo che lo stato quando ha voluto vederci chiaro ha buttato a mare l’acqua sporca e il bambino, offendendo il nostro territorio. Per questo il referendum per la fusione è stato stravinto dai SI. Il fatto che a Corigliano l’affluenza sia stata scarsa o comunque non all’altezza della prova, vuol dire che la politica non ha saputo informare i cittadini, perché è una politica che si svolge al chiuso delle stanze. Di questo sono responsabili tutti i vecchi uomini politici che hanno governato le città negli ultimi decenni. Alcuni anni fa mi è capitato personalmente una volta di ricevere una telefonata minatoria da uno di questi personaggi sol perché mi ero permesso di parlare con un “elettore di destra” a cui riferivo le mie opinioni schiette. Persino all’intimidazione arrivavano questi signori, avvalendosi del posto di potere che occupano nelle istituzioni, ed ora vorrebbero che il popolo dimenticasse? Ma quale futuro c’è per i giovani? Chi ha studiato trova un muro nelle istituzioni che blocca il ricambio dei posti nei comuni, negli ospedali, e nei vari enti. E in più anche nelle professioni private, se vuoi lavorare devi assoggettarti a pratiche di servaggio verso lobby di potere. Solo la scuola è esente da questo problema, perché è fuori dal controllo dei politici locali. Ora l’occasione della fusione tra le due città è una risorsa che va riempita di contenuti: una città moderna ha bisogno di mentalità nuova: non si può riempire il territorio di case, strade, mandarini, alberghi magari nuovi e non avere uno straccio di depuratore. Se io vado in un ospedale oggi, dove sono stati chiusi tanti reparti, e nei pressi dei reparti ci trovo insetti potenzialmente infettivi, com’è capitato negli scorsi anni, costringendo a pesanti disinfestazioni chimiche. Se queste cose, insieme alle tante discariche abusive, ancora oggi succedono è perché la politica quando aveva i soldi pensava alle clientele politiche, e quando i soldi sono venuti meno pensa a litigare per quel poco che rimane. Ma di migliorare la qualità della vita e quindi anche dell’ambiente in cui si vive , la politica non si è mai occupata, o se lo ha fatto è avvenuto per realizzare cemento, e migliorare qualche quartiere( a Rossano), mentre a Corigliano anche i quartieri nuovi a volte sono devastati dall’acqua, o dai terreni che franano. E allora chi ha i soldi e vuole proporre il cambiamento politico,( a parole) si facesse prima un esame di coscienza e cerchi di capire che occorre una mentalità moderna, i giovani e le persone sono più informati. Come si fa a parlare di turismo che vorremmo sviluppare se rimettiamo la ferrovia a funzionare o per caso migliorassimo la ss. 106. E quando due-trecentomila persone in più verranno cosa troveranno? I l mare sporco? o nessun ufficio turistico che sa dire nulla su dove si trova un bancomat o una guardia medica? Il popolo per almeno due volte si è espresso con una chiarissima volontà di cambiare: le ultime elezioni ne hanno dato conferma. Nessuno ha la bacchetta magica, neppure i cinque nuovi deputati e senatori del movimento cinquestelle che la gente ha voluto. Ma per piacere non si venga ad offendere l’intelligenza delle persone citando la storia. La storia i nostri politici se la sono già messa sotto i piedi più volte. Adesso è troppo comodo invocarla, magari per difendere piccoli orticelli. La storia per fortuna va avanti lasciandosi alle spalle i soliti noti ed è affamata di nuovi protagonisti del cambiamento.
FABIO MENIN                          

 

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